COMMOVENTE EMILIO FEDE: UN SOLO CAVALLO DI RAZZA: SILVIO

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INES TABUSSO
00mercoledì 15 marzo 2006 22:26
IL MESSAGGERO
15 Marzo 2006

Un solo cavallo di razza: Silvio
Fede: alla meta con chiarezza e onestà. Il Professore incespicava

di EMILIO FEDE

Un po’ al trotto, un po’ al galoppo, qualche volta il salto a ostacoli. Due cavalli in pista. Dire che tutti e due siano di razza, non corrisponde, certamente, alla realtà del dibattito tanto atteso. Accompagnato, forse, da troppe polemiche, da troppe regole che l’hanno reso, ma non del tutto (fortunatamente) “un faccia a faccia al botulino”. Di fronte a una ipotesi così, che sa, in minima parte, di ironia, la scelta é diventata obbligata. Il cavallo di razza ha superato, senza troppo rischiare in curva, il diretto concorrente che in partenza sembrava avere le “briglie sciolte”. Dove - ma non per scelta di campo - il cavallo di razza uguale Berlusconi.
Il suo era un compito difficile, come per chiunque abbia responsabilità di governo. E in più un governo che ha completato la legislatura, dunque il più lungo della storia della Repubblica. Prodi ha tentato, ma senza troppo riuscirvi, di recuperare terreno con critiche, riflessioni, diventate, ormai , non il sale del confronto, ma la debolezza della ripetitività. Tasse, occupazione, immigrazione per Prodi avrebbero dovuto rappresentare argomento per mettere in difficoltà Berlusconi. E su questi temi si é agitato, anche nella gestualità, oltre il necessario, considerando che, per lui, Professore in cattedra, maratoneta e ciclista, la facilità di parola non é proprio il suo forte. Dunque ha offerto a Berlusconi i modi e il tono per ribattere punto su punto. Tasse, occupazione, immigrati, e, ancora peggio per Prodi, l’aumento dei prezzi dell’euromoneta, tanto cara a Prodi.
Nella prima metà, comunque, il confronto é stato, ma solo in parte, penalizzato - forse - dalla comprensibile tensione che ha coinvolto lo studio. Protagonisti, conduttore, direttori che hanno dovuto porre le domande, con lo scandire per colpa dei secondi - da rispettare ovviamente - ma che non ha contribuito a rendere quella vivacità che era necessaria. Nella seconda parte Berlusconi ha doppiato l’avversario. Ha superato gli ostacoli, senza affanno. E ha raggiunto - a mio avviso - il traguardo così come sperava. Ha offerto chiarezza all’opinione pubblica, senza nascondere i problemi ancora da risolvere. Si porta a casa non soltanto la chiarezza, anche l’onestà di avere trascorso 5 anni al governo realizzando tutto quello che era possibile realizzare. All’opinione pubblica non sarà stato difficile capire una cosa essenziale. Il governo attuale ha ereditato guai, tanti, troppi.
Il secondo confronto (non c’é dubbio) forte dell’esperienza del primo, correggerà qualche difetto, e aiuterà - ma già stasera lo ha fatto - gli indecisi a decidere. Prodi non é diverso da quello che conosciamo quanto a comunicazione, “inciampi” nell'eloquio.
Solo una piccola annotazione per quanto riguarda il look: classico per Berlusconi. Scuro, un po’ tetro, per Prodi. Quanto alla scelta della cravatta - che pure ha il suo ruolo - troppo lucida e azzurrata quella di Prodi. I tradizionali pois - portafortuna - per il Cavaliere.
N.B.: Stupefacente Prodi quando riferendosi al futuro ha parlato come fosse già Presidente del Consiglio e avrebbe invitato a Palazzo Chigi Berlusconi e Letta al passaggio delle consegne. Scaramantico come sono, Prodi rischia così di consegnarsi alla sconfitta.



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«E’ andata male per colpa del format, la prossima volta decidiamo prima i temi»
di MARCO CONTI

ROMA - «Male, male, male». Scuro in volto e visibilmente insoddisfatto, Silvio Berlusconi sibila le tre parole appena uscito dallo studio-Rai che ha ospitato il confronto. L’umore del premier è nero, malgrado il suo portavoce Paolo Bonaiuti, ostenti sicurezza e difenda sia gli occhi bassi del premier che quel ripartire del Cavaliere sempre con le parole «falsità», «ribaltamento della realtà». Il ”format” della trasmissione non piace proprio al premier. «Siamo stati in una gabbia, in un assurdo museo delle cere, dove il conduttore non poteva dire nulla. Una trasmissione sovietica», è stata la reazione a caldo del presidente del Consiglio.
Nell’auto che riporta a via del Plebiscito premier e portavoce, i due concordano la linea ”trionfante” che il presidente del Consiglio ostenta prima di salire le scale che lo portano nel suo ufficio dove chiama una serie di consulenti ”eccellenti” ai quali chiede pareri sull’andamento del dibattito. Il clima a via del Plebiscito ieri sera non era dei migliori e il comitato di accoglienza fatto dalla cerchia più stretta dei collaboratori del premier, ha rimandato i festeggiamenti. «Non si poteva far meglio con quelle assurde regole», ha continuato a ripetere il premier quasi a voler giustificare la sua non brillantissima performance. Ieri sera nello staff del Cavaliere si giudicava buono l’avvio, negativa la seconda parte della trasmissione con lo scivolone sulle donne, disastroso l’intervento finale con la contestazione delle regole del match che si stava concludendo. Particolarmente efficace veniva giudicato ieri sera a via del Plebiscito il passaggio su Prodi e i suoi «danti causa» e quello sul taglio di cinque punti del cuneo fiscale che Prodi non avrebbe giustificato bene su dove prenderà le risorse. Un errore viene invece giudicata la parte finale dell’appello con quell’invito a non considerare il voto come un referendum pro o contro se stesso. Linea-Follini, insomma.
Se lo staff del presidente del Consiglio che ha preparato l’incontro fa quadrato intorno al proprio leader, l’umore che si coglie tra le file di Forza Italia non è dei migliori, anche perchè si attendevano dal proprio leader interventi più efficaci e forse, anche qualche ”invenzione” in grado di ribaltare il trend dei sondaggi. «Siamo fortunati perchè la trasmissione era noiosissima - spiegava ieri sera un parlamentare azzurro - meno male che non ho invitato a cena nessun indeciso».
La cassetta con la registrazione del match ieri sera era già sul tavolo del premier che però ha preferito fare zapping tra un canale e l’altro della tv per ascoltare i commenti del ”dopo-partita”. «Troppe regole e poco contraddittorio. Oltretutto se vogliono ingessare tutto non vedo perché non si debbano stabilire anche gli argomenti», commentava ieri sera il presidente del Consiglio. «Ho sbagliato a non affondare su Prodi quando potevo farlo sottolineando l’eterogeneità della coalizione - si è lamentato il premier - forse ho anche citato troppe cifre. Vedrete - spiegava ieri sera Berlusconi ai suoi quasi a volersi giustificare - il 3 aprile andrà meglio e potrò usare gli argomenti a sorpresa che avevo preparato».


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