Che cosa vi è piaciuto di più

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Mostriciattoli
00mercoledì 6 luglio 2011 22:31
Sì, [SM=x1263938]
ci è venuta una curiosità leggendo tutti i vostri commenti sui romanzi, che cosa vi è piaciuto di più?
[SM=x1263936] Quale elemento, particolare, atmosfera, trama, etc. che vi ha fatto dire questo è un bel libro.
Cosa ha fatto sì che restasse nel vostro cuore? [SM=x1263937]

grazie a tutti [SM=x1565886]
ElRubioDoDragao
00giovedì 7 luglio 2011 01:34
personalmente la cosa che più mi appasiona durante la lettura è una trama strutturata con imprevedibili colpi di scena

ho letto libri con gli stili di scrittura e descrittivi più disparati, dalle splendide descrizioni delle cronache del ghiaccio e del fuoco fino ai dialoghi quasi infantili di Percy Jackson, ma se c'è una cosa che riesce a tenermi attaccato al libro è il non aver la più pallida idea di cosa potrà succedere nel capitolo successivo
Sophie86
00giovedì 7 luglio 2011 21:29
Mumble... io sinceramente non saprei rispondere. Ogni romanzo potrebbe in potenza avere questa o quella caratteristica in grado di colpire favorevolmente la mia immaginazione... però, forse... una cosa di cui proprio-proprio non posso fare a meno... dei personaggi ben curati!!! Ecco, questo sì! [SM=x1263974] Prima ancora di appassionarmi alla storia (che comunque è fondamentale, è ovvio), io credo di aver bisogno di affezionarmi o almeno di entrare in sintonia con i vari personaggi... [SM=x1263938]
==Aredhel==
00venerdì 8 luglio 2011 09:30
Effettivamente i personaggi beb strutturati sono un dato fondamentale. Personalmente, se vedo che comincio a farmi "viaggi mentali" alternativi alla storia effettiva del romanzo, allora significa che i personaggi mi hanno preso e che il libro, per me, è un buon libro.

C'è poi un'altra cosa, che ho trovato in rarissime occasioni. Quando le sensazioni del protagonista diventano tue, quando se lui ha paura di quanto accadrà tu hai paura, etc... allora in quel caso non siamo davanti a un buon libro, ma a un capolavoro.
Prosdszt
00venerdì 8 luglio 2011 21:24
ciao a tutti;
personalmente, oltre ovviamente ad una trama ben architettata e a personaggi ben caratterizzati, trovo che il maggior pregio di una storia debba essere l'attinenza con la realtà del contesto in cui è posta.
tanto per essere chiari (cosa che spesso non mi riesce molto bene) trovo assurdo, per quanto ami gli scritti di gemmell, che druss sopravviva sempre e comunque, indipendentemente dal numero di nemici che affronta, mentre, per quanto surreale, è perfettamente calato nel contesto un guy de guillac che ubriaca un oracolo trasformando una cascata in grappa; trovo al limite della follia mirare allle terga di un generale nemico anziche cercare di ucciderlo (shannara) mentre trovo "appropriato" umiliare un generale nemico colpendolo con una freccia dalla punta arrotondata anziche ucciderlo durante un'assedio (riftwar).
ho messo forse troppe virgole?
Mostriciattoli
00sabato 9 luglio 2011 22:47
Personaggi
Concordo sui personaggi, per me devono essere caratterialmente ben elaborati e originali, così come l'intreccio se capisco come prosegue un libro smetto di leggerlo, forse per questo leggo preferibilmente gialli. [SM=x1263964]

Riuscire a fare proprie le paure o angosce, non ci avevo mai fatto caso: è vero solo in pochi autori sanno farlo. [SM=x1263924]

Quello che piace a me è quando l'autore riesce a descrivere un ambiente e le sue atmosfere così bene che vorresti essere lì, come gli Hobbit del Signore degli Anelli [SM=x1263987]

Sono contenta di avere aperto questa discussione... arrivano delle risposte molto interessanti e acute, cose sulle quali non avevo mai riflettuto, Grazie per le vostre risposte [SM=x1565886]
-NightBlue-
00lunedì 11 luglio 2011 13:35
Arrivo un po' in ritardo...

Quando mi avvicino ad un libro per il puro piacere della lettura, per svago, per lasciar libera la mia mente di viaggiare lontano (molto lontano)... quello che ricerco è un viaggio diverso dall'ordinario; non importa il come (suscettibile ai miei stati d'animo) ma è necessario che non siano schemi già visti (o meglio letti).
Che siano alcuni fattori a determinarne la particolarità come una trama insondabile, innumerevoli personaggi co-primari, svariati scenari mi fa pensara a un buon libro; il giusto equilibrio tra tutti i suddetti, lo rende affascinante.
Poi il fatto stesso di non avere una "matrice" pre-stampata identifica di per se uno schema, vedendo gli autori che mi affascinano (Erikson e Martin) lo si capisce; per esempio non sono attratto dall'Eroic Fantasy (del tipo un personaggio unico che arriva spacca tutto e conclude il libro/saga sconfiggendo il mostro di turno).
Dimonhus
00lunedì 11 luglio 2011 17:21
semplice....mi devono sorprendere,sempre.

Sia i personaggi,sia i colpi di scena...non deve esserci nulla di scontato e soprattutto non mi piacciono i dialoghi infantili/adolescenziali...li voglio nudi e crudi.
Rhaenyra
00lunedì 11 luglio 2011 19:20
Di solito mi piacciono i libri con personaggi ben costruiti, trame non scontate e almeno un pizzico (o più) di ironia e comicità, ma negli ultimi tempi ci sono stati autori, prima Martin e ora Erikson, che mi hanno davvero dato l'impressione di essere qualcosa di superiore, il genere di opera che ti fa dire "wow" d'istinto ancora prima di analizzare i motivi per cui ti è piaciuta tanto. E in effetti anche dopo averci pensato su, non saprei esprimere bene i motivi per cui mi affascinano così tanto. Martin credo per la complessità della sua saga e per il fatto che, nonostante questa complessità, ti dà l'impressione che tutti gli eventi siano strettamente legati tra loro in un rapporto di causa-effetto così realistico che ogni situazione, seppure creata dall'autore per uno scopo preciso, sembra assolutamente naturale e necessaria, un'impressione che non mi è mai capitata in nessun'altro fantasy che ho letto. Erikson, invece, per la sua capacità di trasmettere una fortissima carica emotiva attraverso personaggi di cui, per assurdo, ci rivela pochissima interiorità, che fa trasparire non dai pensieri ma principalmente da atti e dialoghi; e difatti Paran, il personaggio che più rivela di sé direttamente attraverso i suoi pensieri, paradossalmente è quello che mi trasmette di meno...
Ed è uscito fuori il solito papiro, sembra proprio che quando parlo di ciò che mi piace davvero, non riesca a fermarmi (e mi sa che non mi sono spiegata nemmeno tanto bene) [SM=g27995]
==Aredhel==
00lunedì 11 luglio 2011 20:22
Re: Personaggi
Mostriciattoli, 09/07/2011 22.47:



Riuscire a fare proprie le paure o angosce, non ci avevo mai fatto caso: è vero solo in pochi autori sanno farlo. [SM=x1263924]



A me è successo solo una volta, anzi una e mezzo. sicuramente con gli hobbit che scappano dalla Contea... in quell'occasione mi sono davvero sentita i Nazgul addosso.
E poi, anche se in misura minore, con Atreiu, quando incontro faccia a faccia Gmorg
Benjen Stark
00martedì 12 luglio 2011 12:59
Per me è molto importante il prologo. E' quello che determina spesso e volentieri se voglio continuare a leggere o meno un libro.

Mostriciattoli
00martedì 12 luglio 2011 23:02
La magia di un libro
Intendo ancora ringraziare tutti coloro che hanno risposto ad una domanda così difficile [SM=x1263921] Penso sia molto più facile riuscire a descrivere la magia di un opera d'arte visiva che non letteraria, pur essendo composta da parole è difficile da esprimere [SM=x1263943]

per descrivere la "magia" di un capolavoro vi dirò che Josef Conrad è uno dei miei autori più ammirati e amati,però non ho mai voluto leggere Cuore di Tenebra uno dei suoi capolavori perchè avevo visto il film in televisione, però sempre in televisione facendo zaping un giorno ho trovato Neri Marcorè che leggeva l'inizio di un romanzo, era straordinario, mi sono detta così può cominciare solo Cuore di Tenebra, e infatti... era Cuore di Tenebra.

[SM=x1263970] è magia [SM=x1263938]
-NightBlue-
00mercoledì 13 luglio 2011 12:28
@Rhaenyra: un grossissimo abbraccio virtuale per quanto decantato su Martin e Erikson [SM=x1263937]

@Mostriciattoli: vi siete fatti soppiantare dalla vostra creatrice?!? [SM=g27988]
Mostriciattoli, 12/07/2011 23.02:

... mi sono detta così può cominciare solo Cuore di Tenebra ...


Mostriciattoli
00mercoledì 13 luglio 2011 22:03
Autrice tra le p....
[SM=x1263940] è terribile, s'infila ovunque, noi apriamo profili discussioni e poi ci vuole mettere bocca anche lei [SM=x1263986]

Problema è che non è facile tenerla fuori [SM=x1263950]

Comunque volevamo dire che per noi un romanzo diventa particolare quando i suoi protagonisti diventano come degli amici che ti aspettano a fine giornata per raccontarti la loro storia, come se in qualche modo fossero vivi, forse per questo uno si affeziona [SM=x1263936]

Ciao e grazie per averci avvertito dell'infiltrato [SM=x1263965]
cagliostro72
00mercoledì 13 luglio 2011 22:22
Comunque domanda veramente difficile. Credo che i personaggi ben caratterizzati siano importanti, anche la trama ovviamente. Ma è importante che il libro in questione riesca a trasmettermi qualcosa: sensazioni, emozioni. Che riesca a trasportarti nel suo mondo, come fosse un portale. A differenza di NightBlue non amo i libri con troppi personaggi primari, tendo ad affezionarmi ad un protagonista, ad immedesimarmi: se devo "aspettarlo" troppo mi scoccio parecchio. Credo che un autore bravo sia quello che riesce a farti affezionare alle sue ambientazioni, ai suoi personaggi, come fossero nostri amici( quoto Mostriciattoli!). Insomma, quello che ti renda impaziente di tornare nel suo mondo!
marcotar
00lunedì 25 luglio 2011 19:05
Sicuramente è importante la cura dei personaggi... anche la caratterizzazione psicologica (faccio due esempi fra tutti: Morgana della Zimmer Bradley e Ged della Le Guin). Sulla trama, personalmente non amo le telenovelas (ora tutti i fan di Martin mi odieranno, ma le cronache mi fanno spesso questo effetto). Credo anch'io che la magia scatta quando riesci ad immedesimarti nei personaggi e a vivere l'avventura in prima persona.
[SM=x1263997]
Mostriciattoli
00giovedì 28 luglio 2011 20:28
rincariamo la dose....
Siamo perfettamente d'accordo con gli ultimi interventi [SM=x1263924]

ma vorremo rincarare la dose rendendo la domanda ancora più difficile:

Cosa rende un'avventura più bella di un'altra?

bella domanda eh? [SM=x1565886]
-NightBlue-
00venerdì 29 luglio 2011 13:02
Cosa intendete con avventura???
Leggere un libro/saga può essere un avventura di per se oppure una vicenda ben specifica all'interno di un contesto più ampio dove i protagonisti né passano "di tutti i colori"?
Cice1989
00martedì 27 marzo 2012 08:11
il romanzo che mi è piaciuto di più è il Mago di Earthsea di Ursula K. Le Guin perchè mi ha trasmesso dei messaggi profondi, perchè è scritto molto bene ma anche perchè adoro il protagonista Ged lo Sparviere.
Questo è il tratto finale del libro:

Ged alzò il volto e guardò il lontano spicchio di luna, ad ovest. Lo fissò a lungo e poi si mise in piedi, tenendo il bastone con entrambe le mani come un guerriero regge la sua lunga spada. Fece girare lo sguardo sul cielo, sul mare, sulla vela gonfia sopra di lui, sul viso dell’amico. –Estarriol- disse. –è fatta. E finita. –Si mise a ridere. –La ferita è guarita- disse. –Sono tutto intero, sono libero. Poi si rannicchiò di nuovo, nascose il viso tra le braccia e pianse come un bambino. Fino a quel momento Vetch l’aveva osservato con una sorta di ansioso terrore, perché non sapeva con certezza che cosa fosse successo laggiù, in quella terra di tenebre. Non sapeva se accanto a lui, sulla barca, ci fosse davvero Ged. Per ore tenne la mano appoggiata sull’ancora, pronto a fracassare il fasciame della barca e affondarla nell’oceano piuttosto di ricondurre ai porti del Terramare quella Cosa malefica che, forse, aveva assunto la forma e le sembianze di Ged. Ma in quel momento riconobbe l’amico e quando lo sentì parlare i suoi dubbi svanirono. E cominciò a intuire la verità: Ged non aveva né vinto né perduto ma, attribuendo il suo stesso nome all’ombra della sua morte, aveva ritrovato l’integrità, la sua completezza. Ora era un uomo che, conoscendo il proprio vero io, non poteva essere usato o posseduto da altri che da se stesso e la cui vita pertanto sarebbe stata sempre vissuta per amore della vita e non al servizio della rovina, del dolore, dell’odio o delle tenebre. Nella Creazione di Ea, che è la ballata più antica, si dice: solo nel silenzio la parola, solo nel buio la luce, solo nel morire la vita: glorioso il volo del falco, nel cielo vuoto. Vetch intonò quel canto a gola spiegata, puntando la prua verso ovest, mentre il forte vento della notte d’inverno soffiava alle loro spalle dalle vastità dell’Oceano Aperto.

Beatrice : ged1989@virgilio.it

solo nel silenzio la parola,
solo nel buio la luce,
solo nel morire la vita:
glorioso il volo del falco
nel cielo vuoto

- La Creazione di Éa -

dal libro Il Mago di Earthsea
di Ursula K. Le Guin


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