FINANCIAL TIMES, GRUPPO HINDUJA, TELECOM ITALIA, E OLIMPIA

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
INES TABUSSO
00venerdì 12 gennaio 2007 16:52
FINANCIAL TIMES
Hinduja looks at stake in Telecom Italia
By Adrian Michaels in Milan
and Amy Yee in New Delhi

Published: January 12 2007

Hinduja Group, the Indian-owned conglomerate, is considering buying part of a controlling stake in Telecom Italia, underscoring the rapidly growing global ambitions of corporate India.

Hinduja, whose interest is preliminary, joins the many groups that have been taking a look at TI, Italy's dominant telecoms operator. Blackstone, the private equity group, said in November that it might be interested in taking a stake.


rassegnastampa.mef.gov.it/t-web/pdf_fr.asp?contatore=188974&filepdf=0112I0081.PDF&datarassegna=12...




******************************************************************




Telecom, indiana Hinduja ha ricevuto proposta per quota
venerdì, 12 gennaio 2007


MUMBAI/MILANO (Reuters) - Il gruppo indiano Hinduja ha ricevuto la proposta di acquistare una quota di Telecom Italia da parte di "potenziali venditori", ha riferito una fonte della società.

"Abbiamo ricevuto diverse proposte e Telecom Italia è una di queste", dice un senior executive di Hinduja a Reuters.

"Niente è stato ancora firmato, stiamo valutando", aggiunge la fonte che non rivela l'identità dei potenziali offerenti.

Oggi il Financial Times scrive che Hinduja starebbe considerando l'acquisto di una quota in Olimpia primo azionista con il 18% di Telecom Italia.

Secondo il quotidiano britannico Hinduja non sarebbe comunque coinvolta in colloqui diretti con Pirelli che detiene l'80% di Olimpia mentre l'altro 20% è nelle mani della famiglia Benetton.

Pirelli conferma che non ci sono stati contatti con il gruppo indiano.

Una fonte finanziaria italiana osserva che, considerata la dichiarata volontà di Pirelli di cedere quote di minoranza in Olimpia, "è molto probabile che alcune banche d'affari, anche senza mandato, si stiano muovendo per cercare potenziali compratori e poi proporre a Pirelli l'operazione".

"Pirelli non ha conferito nessun mandato", aggiunge.

A più riprese, l'ultima volta il 28 dicembre, Pirelli ha detto di star cercando soci di minoranza per Olimpia.

Il gruppo è disponibile a cedere una partecipazione di Olimpia non superiore al 49%. Pirelli e Benetton intendono conservare la maggioranza della holding.

Secondo un analista, un partner estero è destinato a entrare in Olimpia come socio di minoranza.

"Per evitare una reazione negativa del governo italiano, la quota Hinduja dovrebbe essere piccola", dice Emeka Obiodu, analista telecom a Global Insights Londra.

"Se Pirelli non vuole consolidare il debito Telecom Italia deve ridurre la sua partecipazione in Olimpia. E' una mossa puramente finanziaria", aggiunge.


© Reuters 2007. Tutti i diritti assegna a Reuters.




*****************************************************************




Indians Abroad : The Hinduja Brothers

This page contains all information on the history and origin of the Hinduja brothers, Hinduja group and the Hinduja business family.

www.indobase.com/indians-abroad/hinduja-brothers.html




*****************************************************************




IL GIORNO
24 Gen 2001
G.B.: SI DIMETTE MINISTRO PER SCANDALO SU MILLENIUM DOME

LONDRA, 24 GENNAIO - La maledizione del Millennium Dome colpisce ancora il governo Blair privandolo di uno dei suoi più noti esponenti: il ministro per l'Ulster, Peter Mandelson, che si è oggi dimesso in risposta alle accuse di aver caldeggiato la richiesta di cittadinanza britannica di Srichand Hinduja, uno dei finanziatori del megacentro espositivo nell'est di Londra.

In un clima molto simile a quello che già nel dicembre del 1998 lo portò alle prime clamorose dimissioni da ministro dell'Industria - dopo lo scandalo per un prestito a lui concesso dall'allora sottosegretario al Tesoro, il miliardario Geoffrey Robinson - Mandelson è sembrato oggi dare l'addio alla politica attiva a pochi mesi dalle elezioni generali attese per maggio.

Mandelson ha affermato di "non aver in alcun modo agito impropriamente" riguardo alla richiesta di cittadinanza britannica di Hinduja, autore due anni e mezzo fa (quando l'esponente del governo Blair era responsabile del progetto) di una donazione di un milione di sterline, circa 3 miliardi di lire, per un padiglione del Millennium Dome dedicato a fede e spiritualità.

"Ora voglio vivere una vita normale", ha detto con la voce rotta dall'emozione ai giornalisti che attendevano impazienti un suo annuncio davanti al numero 10 di Downing Street dove il "principe della tenebre" (come viene chiamato dai suoi nemici nei giornali ma anche all'interno del partito laburista) è rimasto a consulto con Tony Blair per oltre due ore e mezzo.

Accusato dai giornali di accampare troppi "non so" e "non ricordo" o addirittura di mentire sulla dinamica della "vicenda Hinduja", Mandelson ha ammesso di non aver chiarito sin dall'inizio che era stato lui "personalmente" e non il suo ufficio a telefonare al ministero degli Interni per informarsi sulla richiesta di cittadinanza del miliardario indiano.




*****************************************************************




LA PADANIA
25 gennaio 2001
Londra, il ministro per l’Ulster avrebbe favorito la cittadinanza
a un discusso uomo d’affari indiano
Mandelson lascia: Blair è più solo
Il businessman aveva finanziato con tre miliardi
di lire la costruzione del “Dome”
LONDRA

Due volte sull’altare, due volte nella polvere: Peter Mandelson, il più fidato uomo di Tony Blair, è costretto per la seconda volta a lasciare l’esecutivo. Nel dicembre 1999 si era dimesso da ministro dell’Industria per lo scandalo di un prestito facile ottenuto da un collega di governo, ora per aver caldeggiato la richiesta di cittadinanza britannica di Srichand Hinduja, controverso businessman indiano. Davvero troppo anche per l’ottimista Blair che un anno e mezzo fa aveva riabilitato “Mandy” nominandolo ministro per l’Irlanda del Nord e che oggi forse ha più di qualche motivo per pentirsi di quella scelta. Al termine di una giornata drammatica per il governo britannico, il premier si ritrova a dover al più presto nominare un nuovo ministro per l’Ulster. E, soprattutto, deve cercare una riscossa dopo questo infortunio capitato a pochi mesi dalle elezioni politiche previste per la tarda primavera. L’“affaire Hinduja” non ha danneggiato solo Mandelson. Come gli ha detto questo pomeriggio ai Comuni il leader conservatore William Hague, Blair ha puntato per la seconda volta sul cavallo sbagliato e per la seconda volta ha perso. La sconfitta giunta all’indomani di un sondaggio che faceva ben sperare, assegnando al New Labour il 44% di consensi e un largo margine di vantaggio sui conservatori è per Tony davvero bruciante. Il mercoledì nero di Blair era iniziato con un lungo faccia a faccia a Downing Street con Mandelson: un ultimo e vano tentativo di mettere assieme i cocci. Sul suo interlocutore pesavano infatti già da ore le richieste di dimissioni avanzate da numerosi quotidiani con toni più o meno sarcastici.
Martedì, infatti, Mandelson dopo una serie di «non ricordo» aveva ammesso una telefonata nel 1998 a un sottosegretario agli Interni per informarsi sulle possibilità di ottenere la cittadinanza britannica da parte di Srichand Hinduja, uno dei finanziatori dello sfortunato Dome di Greenwich, il megacentro espositivo di cui “Mandy” era allora responsabile.
Con quell’ammissione, il ministro per l’Irlanda del Nord si era (politicamente parlando) scavato la fossa. Il businessman indiano, infatti, non si presenta come un tipo particolarmente raccomandabile: proprio in questo periodo, assieme ai suoi due fratelli, è sotto processo in patria con l’accusa di corruzione e complotto. L’interessamento di Mandelson per la pratica di Hinduja non poteva insomma passare inosservato. Non fosse altro perché l’ambito documento, l’indiano lo ha avuto, mentre il Millennium Dome al quale il controverso miliardario aveva donato circa 3 miliardi di lire per un padiglione su fede e spiritualità ha chiuso i battenti tra le polemiche e per mancanza di visitatori. Ora Mandelson, per anni stratega elettorale dei laburisti, ha tutta l’aria di voler uscire dalla circolazione e forse non darà nemmeno una mano al premier per le Politiche di primavera. Da ieri sera, insomma, Blair è più solo e a giudicare dal volto scuro mostrato alla Camera dei Comuni poco incline a sfoderare il suo irresistibile sorriso.




*****************************************************************




IL RESTO DEL CARLINO
28 Gen 2001 23:39
GB: SCANDALO HINDUJA, CHIAMATO IN CAUSA BLAIR

LONDRA, 28 GENNAIO - Nella primavera del 1999, il miliardario indiano Srichand Hinduja scrisse al premier britannico Tony Blair lamentando che nessun asiatico faceva parte del suo governo; nel luglio dello stesso anno la lacuna fu prontamente colmata con la nomina a sottosegretario alla giustizia di Keith Vaz.


Lo rivela il domenicale 'Sunday Telegraph', chiamando per la prima volta direttamente in causa il primo ministro nello scandalo per la concessione nel 1998 della cittadinanza britannica ad Hinduja, pochi giorni dopo che questi aveva donato un milione di sterline per la costruzione del Dome di Greenwich.


Lo scandalo ha già portato mercoledì scorso alle dimissioni del ministro per il Nord Irlanda Peter Mandelson che prima aveva negato, poi ammesso ed ora è tornato a negare di aver fatto pressione per accelerare la pratica Hinduja. La rivelazione del 'Sunday Telegraph' inoltre mette ancora più a rischio la posizione di Vaz, il quale non nega di essersi interessato alla vicenda, ma di averlo fatto solo nella sua veste di rappresentante della comunità asiatica.


L'oscura storia del passaporto a Hinduja - che nel suo paese è sotto processo insieme ai fratelli per corruzione nell'ambito dello scandalo sul traffico d'armi della Bofors - non poteva scoppiare in un momento peggiore per il governo Blair. Le elezioni sono alle porte - quasi certamente a maggio - e certo la vicenda non giova all'immagine del partito laburista e al premier. Secondo un sondaggio pubblicato oggi da 'Mail on Sunday', il 75% degli intervistati ritiene che il primo ministro abbia sbagliato a richiamare Mandelson nel governo appena dieci mesi dopo che era stato costretto a dimettersi per aver ricevuto e non dichiarato un generoso prestito. Ma quel che è peggio, l'84% pensa che il governo Blair non abbia mantenuto la promessa di trasparenza e il 54% lo ritiene altrettanto corrotto del governo conservatore di John Major che lo ha preceduto, con un 12% secondo il quale è perfino peggio.


E certo i mille rivoli di rivelazioni e speculazioni che inondano i giornali della domenica non migliorano la situazione. C'è anche chi si è preso la briga di andare in Brasile ad intervistare la mamma di Reinaldo Avila da Silva, il giovane partner di Mandelson. La signora Ednea, fervente cattolica, scrive ' News of the World', è quasi morta di vergogna nell'apprendere che il figlio è omosessuale e accusa Mandelson di aver corrotto il suo ragazzo. Intanto, lui, il grande accusato, ha scritto la sua autodifesa per 'Sunday Times' nella quale giura di non essere un bugiardo e dice che ha commesso per fretta qualche piccolo errore nella ricostruzione della vicenda Hinduja. Qua e là traspare un po' d'amarezza verso Downing Street e non gli si può dar torto visto che il portavoc ufficiale di Blair, Alastair Campbell, parlando con i giornalisti ha lasciato intendere che negli ultimi tempi il povero 'Mandy' non ci stava più con la testa.




*****************************************************************




Hinduja brothers: Wealthy and reclusive
By Alastair Lawson
BBC News
Tuesday, 31 May, 2005


After nearly 15 years three of the world's best-known businessmen, all from the Hinduja family, have been cleared of all charges in India's Bofors arms corruption case. BBC News looks at the rise of what has been described as one of the world's most influential families.


The Hinduja brothers boast a network of rich and influential friends that includes senior British politicians former US President Bill Clinton and Queen Elizabeth the Second.


It is difficult to estimate their wealth accurately because their business interests span the globe - from India to Europe and the United States.

But one British newspaper estimated it to be in the region of $8bn.

There are four Hinduja brothers - Srichand and Gopichand who are based in London and are now UK citizens, Prakash in Geneva who is now a Swiss national and Ashok in Bombay who is still an Indian citizen.

Together they have a substantial stake in global finance, telecommunications, film and oil businesses.

Srichand and Gopichand are now estimated by the British press to be the 13th most wealthy people in Britain.


These two brothers are well known not just for their support over the years to the Conservative and Labour parties, but also because of large charitable donations made through their Hinduja Foundation.


Arms case

Although they were born into wealth, the four Hindujas have rapidly expanded their assets.

But since 1990 three of the Hindujas - Srichand, Gopichand and Prakash - have been defending themselves from charges of corruption in one of the biggest bribery cases since India gained independence - the Bofors arms affair.

UK minister Peter Mandelson resigned over Srichand's passport


They were accused of receiving millions of dollars from the Swedish company, Bofors, in return for persuading the government of Prime Minister Rajiv Gandhi to buy 400 field guns.

The affair led to the fall of Mr Gandhi's government in 1989 and a criminal investigation. In January 2001 the brothers voluntarily returned to India to give evidence in the case.


Now that case has culminated in the Delhi high court throwing out the charges.


Invisible assets

Srichand and Gopichand moved to London in 1979 and developed their father's import and export business.

Exactly how they were able to do this is not entirely clear, as the brothers have always tended to be reticent about their business and personal lives.

Their fortunes are not held individually, but as the communal property of the House of Hinduja.

They are now estimated to be the most successful self-made Asian immigrants in Britain after steel magnate Lakshmi Mittal.

The continuing backdrop of the Bofors case did not prevent Srichand and Gopichand from developing their UK interests.

They have given money for the construction and decoration of at least two Hindu temples in the south-east of England.

More controversially they contributed £1m ($1.5m) to the construction of the ill-fated Millennium Dome on the River Thames, an issue that resulted in the resignation of UK minister Peter Mandelson.

Mr Mandelson, who was in charge of the Dome project, was accused of pulling strings to help Srichand Hinduja secure UK citizenship.

Mr Mandelson stepped down after admitting making misleading statements about Mr Hinduja's passport application. Subsequent inquiries cleared Mr Mandelson of any wrongdoing




Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:08.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com