Il calcio piange Facchetti [R.I.P.]

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Chris Benoit 4real
00lunedì 4 settembre 2006 18:57
Si è spento a Milano per una grave malattia un simbolo dell'Inter: dalle 634 gare con 79 gol al ruolo di presidente. Leader della Grande Inter di Herrera, capitano per eccellenza dell'Italia.
MILANO, 4 settembre 2006 - “Se ne è andata l’ultima bandiera”: frase sempre evocativa, spesso retorica e soprattutto fuori moda in un calcio business e senza anima. Ma questa volta possiamo proprio dire che l’ultima bandiera ha smesso di sventolare e, purtroppo, per sempre. Piange l’Inter, piange il mondo del calcio, per l’addio di Giacinto Facchetti, spentosi a 64 anni dopo una malattia dura e terribile, quanto veloce nel strapparlo ai propri affetti. Giacinto aveva scoperto il male solo pochi mesi fa: si è spento oggi all'Istituto dei Tumori di Milano. Lascia la moglie Giovanna e quattro figli: Barbara, Vera, Gianfelice e Luca (calciatore del Pergocrema in C2). Muore un mito, muore il capitano per eccellenza, ma si sa che i miti sono immortali e allora sembra di vederlo ancora lì. Sulla fascia sinistra ad interpretare per primo il ruolo di terzino fluidificante; a guardare la monetina che sanciva la vittoria italiana nell’Europeo casalingo del 1968; stampato per sempre nella formazione-mantra Sarti-Burgnich-Facchetti e via dicendo della Grande Inter di Helenio Herrera; monumento azzurro capace di accompagnare l’Italia attraverso 3 Mondiali con la folle e storica notte di Italia-Germania 4-3 a Messico ’70; e alla fine di recitare il ruolo di presidente nell’Inter di Massimo Moratti dopo aver fatto grande i nerazzurri di papà Angelo.
gazzetta.it
il zp
00lunedì 4 settembre 2006 19:20
Cacchio, mi spiace un casino, è stato un grande, ci mancherà...
Kofa
00lunedì 4 settembre 2006 21:06
mi spiace,l'ho sentito oggi per radio..
-serendipity-
00lunedì 4 settembre 2006 21:47
una grave perdita...senza dubio..e dire che a Maggio era in giro per il mio paese e sembrava non avesse nulla...
Dr.Stewart
00martedì 5 settembre 2006 21:51
Non voglio dire le solite frasi che si dicono in queste occasioni.

Questo perchè come personaggio non l'ho "conosciuto" molto.
Ho letto molte cose oggi su di lui, e si vede proprio quello che è stato, una grande persona, un grande uomo di calcio, e questo basta e avanza per i tifosi, soprattutto in periodi come questi a piangere per una persona del genere che ha fatto tanto nella sua vita e il bene che ha fatto nel mondo dello sport e del calcio, e come al solito si finisce per abbracciare virtualmente i familiari, sperando che possa seguire ugualmente la sua Inter anche dove è ora.

Ciò che mi ha fatto strano è che l'unica società che non ha presentato le dovute condolianze è stata la Lazio, che si fa sempre riconoscere come società pezzente.
Il calcio in queste occasioni non dovrebbe avere confini...
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