SACCA', RAI, MEDIASET, UNA NUOVA CASA DI PRODUZIONE, E UNA GENETICA ALLERGIA ALLA CONCORRENZA

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INES TABUSSO
00giovedì 21 dicembre 2006 09:24

LA STAMPA
21/12/2006
- I TELEPATICI
Saccà tra Mediaset e SuperMagnolia
PAOLO MARTINI

Agostino Saccà adesso è il mago della fiction, ma una certa capacità artistica nella dissimulazione non gli è mai mancata. Così, in questi giorni, mentre si intensificano le voci del suo clamoroso passaggio a Mediaset, fa spallucce e minimizza: «Non li vedo da luglio, abbiamo fatto una trattativa lampo e non abbiamo concluso niente». Sarà. Eppure, al primo dg Rai nominato da Berlusconi premier, un filo diretto costante con l'azionista Mediaset non manca di certo. Anche Confalonieri è un suo grande estimatore. E, obiettivamente, i risultati della fiction Rai provocano non pochi dolori alla concorrenza: a Cologno Monzese, invece, tolto Distretto di polizia e poco altro, con le produzioni seriali non c'azzeccano tanto, e per fortuna si possono arroccare sui Dr House di turno.

Con Saccà la Rai ha indovinato tre lunghe serie di fila su cui pochi avrebbero scommesso: Capri, Raccontami e Butta la luna. E a primavera partirà il nuovo Ospedale di Medicina Generale. Magari dietro ci sono pure operazioni di potere nemmeno troppo malcelate, magari i critici li trovano di un pop che rasenta il kitsch, ma alla fine quel che conta sono i risultati. Sull'ultimo Butta la luna, tanto per dire, non mancava qualche autorevole dirigente che aveva previsto il flop. «Macchè 15 %, per me possiamo arrivare anche al 30», ha scommesso Saccà.

Ecco, un uomo così sicuro di sé che titubanze può avere avuto a luglio, quando trattava il passaggio a Mediaset? Le stesse, giurano i bene informati, che lo porterebbero oggi a lasciare la Rai. Saccà sogna di sedersi alla testa di una fabbrica che riunisca la produzione di cartoni, cinema, fiction e docu-fiction, con autonomia assoluta. Una sorta di «società dei contenuti del racconto ». Oggi in Rai deve vedersela con Giancarlo Leone, vicedirettore generale per la tv e tuttora responsabile di Raicinema. A Mediaset, d'altro canto, in un' ipotesi del genere Saccà va a ridimensionare i poteri di Pier Silvio Berlusconi, e un po' pure quelli di Giampaolo Letta, il figlio di Gianni, capo della Medusa cinematografica. Perciò il passaggio di Saccà si è incagliato a luglio. E, allora, perché si dovrebbe sbloccare adesso? Semplice: nell'aria c'è lo spettro della nascente nuova casa di produzione che De Agostini vuole lanciare su scala addirittura europea, acquistando Magnolia. La trattativa con Giorgio Gori va per le lunghe, ma solo per una questione di prezzo, e sarebbe previsto anche l'avvio, guarda caso, di una bella «società dei contenuti del racconto». Perciò si sono di nuovo infittite le voci dell'arrivo di Saccà: forse in famiglia Berlusconi si eredita l'allergia genetica, più che ai comunisti, alla concorrenza.


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